Il porto di Maiori si è insabbiato
Il consiglio comunale di Maiori il 28 novembre 1987 deliberò il “Progetto per la costruzione di un molo di attracco e per la sistemazione del molo esistente per la valorizzazione turistica” (delibera n. 95). L’A.T.I. Milano Costruzioni-Comarit spa si aggiudicò l’esecuzione dei lavori per un importo di lire 4.698.569.218 (delibera C.C. n. 180 del 16 ottobre 1989).
Il cantiere fu sottoposto a sequestro da parte della Magistratura per quasi otto anni, il 25 maggio 1992 e il 16 giugno 1992 fino al 13 marzo 2000 in quanto, secondo la Procura della Repubblica, non vi era l’autorizzazione paesaggistica e l’occupazione del suolo demaniale era abusiva.
Il 31 gennaio 2001 fu presentato il progetto di manutenzione e completamento dell’opera per un importo di lire 4.950.000.000, di cui 4.500.000.000 a carico del bilancio comunale, che si sommavano al finanziamento iniziale di più di 4,6 miliardi di lire. Il 5 dicembre 2002 vi fu la nomina del collaudatore (determina n.123) e il 10 luglio 2003 l’approvazione del collaudo (delibera G.M. n. 137 del 10/7/2003).
Con il P.O.R. CAMPANIA 2000-2006 (delibera G.M. n. 38 del 28 febbraio 2006) ci fu il finanziamento di 999.900,00 euro per lavori di completamento ed adeguamento del Porto turistico di Maiori. Alla fine della fiera l’importo dei lavori fu più che raddoppiato rispetto a quello originariamente previsto e si duplicarono i lavori con il P.O.R. 2006, già previsti nel progetto originario (cf.r. relazione tecnica analitica).
Il problema vero però nessuno l’evidenziò, né i consulenti della Procura, né i progettisti e i tecnici degli Enti Pubblici interessati a fornire un parere.
Nell’agosto del 2002 esprimemmo le perplessità sul porto turistico di Maiori. Con lettera scritta all’allora Sindaco di Maiori evidenziammo che il porto, così come era stato realizzato, si sarebbe insabbiato a causa delle correnti di naufragio. Tale lettera fu anche inviata ai principali quotidiani locali.
Ci fu risposto che le considerazioni espresse erano state già esaminate dai valenti progettisti dell’opera.
Oggi, dopo poco meno di 5 lustri il porto di Maiori presenta il problema dell’insabbiamento.
La domanda che ci siamo posti sin dal primo giorno era “chi pagherà i costi per rimediare all’insabbiamento?”. La risposta la conosciamo, è la collettività.
Non sappiamo se la scelta progettuale riguardante l’imboccatura fu totalmente tecnica o ci fu una imposizione della Soprintendenza, visto che l’iter progettuale fu lungo e travagliato, ma quanto previsto in fase di progetto a suo tempo era errato, il risultato infatti è sotto gli occhi di tutti.
Questo articolo non vuole essere però un “cavallo di troia” ad uso politico, visto che ogni sei mesi in Italia si vota e che nonostante l’alternanza politica, le cose cambiano sempre in peggio.
Noi vogliamo solo sottolineare che i tecnici non sono tutti uguali. A buon intenditore, poche parole.
Dott. ing. Fabiano Roma